28 Mar 2016

BY: Paola Danieli

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Il come stiamo all’interno delle nostre relazioni rappresenta l’effetto cumulativo di esperienze passate.

Le relazioni che abbiamo avuto, soprattutto quelle legate all’attaccamento primario e alle esperienza di vita negative, purtroppo, contribuiscono allo strutturassi di gran parte dei nostri disturbi nelle relazioni.

Lo sviluppo della personalità è un tema molto studiato in psicologia e la comunità scientifica concorda nell’affermare che allo strutturarsi di una certa personalità concorrono:

  • Fattori biologici: il corredo genetico e il temperamento delle persone;
  • Fattori ambientali: il contesto sociale, ma, come la psicologia dell’età evolutiva suggerisce, soprattutto le esperienze precoci e della prima infanzia.

Gli aspetti genetici e le prime esperienze di vita interagiscono tra di loro in maniera complessa, influenzando lo sviluppo della personalità ma anche creando le condizioni per una vulnerabilità a sviluppare eventuali disturbi.

Il tono emozionale delle relazioni tra caregivers (mamma, papà, adulti di riferimento) e bambino si struttura attraverso l’abbinamento del temperamento del bambino e la sua personalità, la storia e il vissuto dei suoi genitori. Queste prime interazioni influenzano pesantemente lo sviluppo della personalità dei bambini.

Il temperamento dei bambini influenza la risposta dei caregiver nei suoi confronti, ci sono bambini più tranquilli e placidi e bambini molto sensibili, fastidiosi e reattivi, più difficili da gestire. Un positivo abbinamento tra caregiver e bambino produce scambi più piacevoli e probabilmente esiti meno negativi sul futuro di quel bambino e della sua capacità di relazione.

Giocano un ruolo fondamentale sulla personalità del bambino l’ambiente in generale, ad esempio la scuola, ma anche esperienze di vita come i traumi infantili, i maltrattamenti, gli abusi e la trascuratezza.

Grazie alla soggettiva capacità di resistere agli urti, la resilienza, non è neppur detto che chi si struttura in relazioni avverse o faticose abbia una prognosi negativa in termini di capacità relazionale.

In altre parole, nulla può essere lineare o predeterminato, ma alcune esperienze rappresentano dei fattori di rischio e altre di protezione.

In generale, la correlazione tra esperienze di vita avverse e le difficoltà emotive e relazionali è complessa: se l’esposizione ad alcuni problemi aumenta il rischio, non sempre i bambini che hanno avuto situazioni di vita difficili, complesse o avverse, sviluppano difficoltà dal punto di vista emotivo e relazionale.

Durante l’infanzia, quindi, non è detto che siano i traumi maggiori ad essere più importanti, talvolta lo sono molto di più alcuni segnali affettivi del caregiver e la sua mancanza di disponibilità sul piano empatico ed emotivo.

Come si caratterizza un ambiente emotivo minato?

  • Inadeguatezza di empatia del caregiver;
  • Mancanza di attenzione fino alla trascuratezza;
  • Incoerenza nei comportamenti e negli approcci educativi;
  • Mancanza di affetto o incapacità di condivisione dell’affetto;
  • Minaccia o rischio percepiti dal bambino;
  • Imprevedibilità dell’ambiente e delle relazioni;
  • Ambienti caotici;
  • Abuso verbale, fisico o sessuale;
  • Punizioni continue;
  • Comportamento non equo tra fratelli;
  • Perdite importanti (lutti, traslochi, cambiamenti),

I campanelli di allarme legati ad un ambiente disturbante o inadeguato possono essere riassunti nei seguenti:

  • Nessuno notava cosa mi stava succedendo o come mi sentivo;
  • C’erano discussioni frequenti e grida in casa;
  • Ridere e divertirsi non erano condizioni usuali;
  • Quando ero piccolo cercavo di essere invisibile;
  • Le mie preoccupazioni non erano importanti per gli altri;
  • Raramente venivo lodato per le cose giuste che facevo;
  • La mia famiglia mi faceva sentire ridicolo;
  • La mia famiglia non si occupava dei bisogni dei bambini;
  • La persona che si prendeva cura di me era gravemente depressa o disturbata;
  • Non sapevo quasi mai cosa aspettarmi dagli altri;
  • Mi sono occupata di me stesso fin da molto piccolo;
  • Ho subito abusi e/o abusi sessuali.

Tutte le condizioni precedentemente descritte possono generare nei bambini uno stile di attaccamento diverso: sicuro, oppure insicuro o disorganizzato. Lo stile di attaccamento rappresenta un modello fornito dalla relazione bambino-genitore, che rimane stabile nel corso della vita e che condiziona le esperienze affettive e la capacità di costruire legami affettivi adulti.

Il paradigma dell’attaccamento si è rivelato particolarmente adeguato a far luce sulle dinamiche delle relazioni amorose, così come a spiegare le ragioni delle difficoltà nel formare e mantenere legami soddisfacenti nelle relazioni.

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