BY: Paola Danieli

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E’ molto importante nominare il maltrattamento perché è solo attraverso questa semplice azione che le donne possono riconoscersi e prendere coscienza che quella cosa che hanno subito si chiama violenza.

La violenza fisica

Può essere definita come ogni forma di violenza contro il corpo della donna, o le sue proprietà. Viene agita nei modi più vari: aggressioni, schiaffi, pugni, tentativi di strangolamento, ustioni, ferite con o senza armi, mutilazioni genitali.

La violenza può essere agita anche sugli oggetti di proprietà della donna: mobili, telefonini, abiti, documenti, oggetti personali.

Essa provoca terrore e pietrifica le donne che la subiscono, generando uno stato di asservimento tale per cui, successivamente, per esercitarla è sufficiente evocarla attraverso la minaccia.

La violenza psicologica

Si realizza in ogni abuso o mancanza di rispetto che lede l’identità della persona, attraverso l’esercizio di potere e controllo, critiche, umiliazioni, mortificazioni in privato e in pubblico, insulti, controlli e pedinamenti, minacce di far del male alla donna stessa, ai suoi figli o di suicidio da parte dell’aggressore.

Capita spesso che vengano messe in dubbio le capacità di essere una brava moglie o madre, di cucinare, lavare i panni, fare la spesa, di svolgere cioè tutte quelle mansioni legate al lavoro domestico. Altrettanto spesso, inoltre, le donne sono isolate dall’ambiente familiare e sociale, vengono impedite e a volte tagliate le relazioni con la famiglia di origine, con la rete amicale, vengono proibiti i contatti con le reti lavorative. La violenza psicologica è molto sottile e sicuramente più subdola di quella fisica. Prova fortemente le donne che la subiscono, minando la loro autostima e l’immagine che loro hanno di loro stesse, agendo sulla colpevolizzazione e sul senso di colpa. Queste azioni creano un legame fine e indissolubile con l’aggressore, perché si sviluppano in un ambito di apparente normalità.

La violenza economica

Si intendono tutti quei comportamenti che mirano a realizzare la dipendenza economica, ad imporre impegni finanziari non voluti, a controllare ossessivamente e nei minimi dettagli il bilancio familiare, alla esclusione della donna da qualsiasi informazione o decisione economica, all’impedimento all’uso di carte di credito o bancomat, all’impedimento di trovare un lavoro o di lasciarlo. La dipendenza economica, talvolta, si accompagna a stati di privazione estremi, anche legati alla soddisfazione dei bisogni primari: mancanza di cibo o di denaro per provvedere alle necessità più elementari proprie e dei figli.

La violenza sessuale

Si realizza in qualsiasi atto sessuale imposto contro la volontà della donna, come aggressioni, stupro, incesto, costrizione a comportamenti sessuali non desiderati, umilianti, dolorosi, obbligo all’utilizzo o alla realizzazione di materiale pornografico.

Lo stalking

Il termine inglese “stalking” (letteralmente: perseguitare) indica quegli atteggiamenti tramite i quali una persona affligge, perseguita, un’altra persona con intrusioni, appostamenti, tentativi di comunicazione ripetute e indesiderate, come ad esempio lettere, telefonate, e-mail, sms, tali da provocare nella vittima ansia e paura, e da renderle impossibile il normale svolgimento della propria esistenza. Lo stalker può essere un conoscente, un collega, un completo estraneo, oppure nella maggior parte dei casi un ex-partner. In genere essi agiscono per recuperare il rapporto precedente o per vendicarsi per essere stati lasciati.

Se subisci violenza o maltrattamenti chiedi aiuto al Centro Antiviolenza più vicino, al Telefono Rosa, al Numero antiviolenza nazionale 1522 o ad una psicologa

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