Quanto dura un percorso di Psicoterapia con la dott.ssa Paola Danieli?

 

Non è possibile stabilire a priori la durata di un percorso, perché la psicoterapia è un processo soggettivo e
condizionato da diverse variabili legate sia al vissuto del paziente, che al problema per cui è arrivato in consultazione.

Il percorso di psicoterapia non è definito a priori, ma co-costruito tra il professionista e il paziente che a lui si rivolge, per questo i tempi e le modalità non sono prevedibili a priori.
Generalmente un trattamento può essere a breve termine (tre mesi circa), a medio ermine (sei mesi circa) e a lungo termine (un anno circa o più).

 

 

Perché rivolgersi allo psicologo-psicoterapeuta?

 

Andare da uno psicologo o psicoterapeuta è, per alcuni, ancora una decisione presa con paura e pregiudizio, perché è ancora radicato il pensiero che se una persona soffre da un punto di vista psicologico sia inadeguata.
Andare da uno psicoterapeuta significa avere, finalmente, il coraggio di mettersi in discussione, per capire i propri disagi ed iniziare a stare meglio.

 

“Dovrei andare da uno psicoterapeuta? Non sono mica matto?!”

“Vorresti rivolgerti ad uno psicoterapeuta? Non dire sciocchezze, parlane con un amico…”

“Cominciare una psicoterapia? Figurati, il tempo aggiusta tutto!”

“Fatti forza, non c’è niente che non vada, vedrai che tutto si sistemerà, è solo questione di tempo.”

 

Per rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad uno psicologo non è necessario essere malati o matti.
Può trarne beneficio chi vive difficoltà sociali, relazionali, esistenziali, scolastiche lavorative, sessuali, affettive, familiari, ma anche chi ha avuto un trauma, passato o recente di piccola, media o grande entità.

 

 

Quando rivolgersi allo psicoterapeuta?

 

Molto spesso si sottovalutano evidenti segnali di bisogno e si desiste dal chiedere aiuto per paura di essere giudicati.

Questa, purtroppo, non è la strada giusta per il benessere, come ci suggeriva Albert Einstein:

“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi”.

Si finisce con il convivere con segnali di malessere, con depressioni, scarsa autostima, ansie, paure, convinzioni sbagliate su di sé, quando invece un sostegno psicoterapeutico sarebbe risolutivo. Non esiste un’età o un momento ideale per rivolgersi ad uno psicoterapeuta, nel corso di una vita ci possono essere diversi momenti in cui si sente il bisogno di chiedere aiuto per affrontare situazioni che causano malessere, e/o che si fa fatica a comprendere.
Lo psicoterapeuta aiuta ad inquadrare meglio il problema o i sintomi e a capire quali siano le cause che li generano e le metodologie con le quali lavorare per risolvere positivamente la situazione.

 

 

Quali benefici si possono conseguire?

 

Gli effetti della terapia possono riguardare una diminuzione della sofferenza psicologica, il raggiungimento di un miglior equilibrio psichico personale, un miglioramento delle proprie capacità relazionali, una maggior capacità di gestione dei propri stati emotivi e una migliore comprensione di se stessi, ma anche delle dinamiche di relazione in cui siamo implicati.
La psicoterapia produce un vero e proprio cambiamento, che ha anche un riscontro neurofisiologico, non sono “soltanto parole”.

 

 

E se voglio interrompere la terapia?

 

Il paziente può interrompere in qualsiasi momento il percorso di psicoterapia, dandone comunicazione al professionista.

 

 

Quanto dura la singola seduta?

 

Ciascun colloquio dura tra i 50 e i 60 minuti, con una frequenza da valutare in relazione alla problematica psicologica e alle disponibilità del paziente e dello psicoterapeuta.

 

 

È garantita la mia privacy?

 

I colloqui si svolgono con il massimo rispetto della privacy, in un’atmosfera accogliente e non giudicante.

 

 

Che cos’è il segreto professionale?

 

Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale (art. 11), non può rivelare notizie apprese in ragione del suo rapporto professionale nemmeno in un’eventuale testimonianza processuale (a meno di un’esplicita richiesta da parte dell’imputato).
Fanno eccezione a questa regola le notizie conosciute accidentalmente in ambiti differenti da quello professionale, oppure in caso di situazioni che prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi (art. 13). Si pensi a questo proposito il caso di un paziente che confessi al terapeuta di voler uccidere la propria fidanzata: se lo psicologo dovesse valutare questa minaccia come concretamente possibile dovrà riferirlo alle autorità competenti.
Lo psicologo non potrà, invece, riferire fatti per i quali il paziente possa essere esposto a procedimento penale nel caso in cui valuti non sussistere pericolo di vita per terzi (se, ad esempio, ammettesse di essere stato complice nel commettere un reato, il referto non dovrà essere stilato perché lo esporrebbe ai rigori della Legge penale).

 

 

Come si svolge il primo incontro?

 

Il decidersi di telefonare ad uno psicoterapeuta per fissare il primo appuntamento di conoscenza è spesso sentito come un evento che porta con sè una certa dose di ansia e anche il primo colloquio può essere vissuto con un certo imbarazzo.
E’ umano e naturale provare una certa esitazione nel suonare il campanello dello studio del nuovo terapeuta, soprattutto al primo colloquio.

La confidenza e la fiducia sono un punto di arrivo, non di partenza!
Il primo colloquio è una conversazione, che dura circa un’ora, durante la quale il paziente espone liberamente il suo problema e lo psicoterapeuta cerca di capire assieme a lui la situazione generale.
La psicoterapia è un cammino da percorrere in un clima di stretta collaborazione della coppia terapeuta-paziente.
Il terapeuta avrà cura di tutelare il paziente dalle situazioni “scomode”, non ci saranno lettini, insistenze, domande imbarazzanti, inopportune o pressioni di nessun genere.
Il paziente DEVE trovare dal suo psicoterapeuta uno spazio in grado di accoglierlo e rassicurarlo, per sollevarsi dai pesi che lo assillano, non per aggiungerne altri.
L’obiettivo è ritrovare l’armonia sia personale, che professionale.
Nel corso del primo incontro generalmente spiego qual è la metodologia con cui viene condotta la psicoterapia, qual è la frequenza degli incontri, quali sono gli adempimenti burocratici da evadere (firma dei moduli della privacy e del consenso informato).

 

 

Che differenza c’è tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra e neurologo?

 

Lo Psicologo è un professionista laureato in Psicologia e abilitato alla professione, con il superamento dell’Esame di Stato, a cui accede solo dopo un adeguato e prolungato tirocinio pratico.
Per poter esercitare la professione è necessario essere iscritto regolarmente all’Albo degli Psicologi, nella sezione regionale di appartenenza.
Per lo Psicologo che esercita a Verona il riferimento è l’Ordine degli Psicologi del Veneto.

Come lavora lo psicologo

L’intervento psicologico, nella maggior parte dei casi, è prevalentemente un colloquio, che si svolge faccia a faccia, ma non sempre si limita a questo. Sono stati sviluppati molti strumenti che permettono di migliorare gli effetti della terapia e la vita quotidiana: test, tecniche di visualizzazione, di concentrazione e rilassamento,strumenti di espressione corporea, di drammatizzazione e altri ancora. Grazie a queste metodologie si aiutano le persone a comprendere meglio se stesse e gli altri, favorire il cambiamento, valorizzare le risorse personali, a vedere o immaginare nuove prospettive, a migliorare le proprie reazioni e le interpretazioni delle reazioni degli altri.

 

Formazione dello Psicoterapeuta

Lo Psicoterapeuta è un professionista laureato in Psicologia o Medicina e Chirurgia che abbia acquisito una specifica formazione teorica e pratica, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente.
Ovviamente “agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica” (legge 56/89 art 3.2), e dunque uno psicologo-psicoterapeuta non può in nessun caso prescrivere farmaci.

 

Come lavora lo Psicoterapeuta

La psicoterapia è realizzata con strumenti più raffinati e complessi rispetto alla psicologia: il colloquio clinico, l’utilizzo di test specifici, la relazione terapeutica, i protocolli specifici di terapia per ogni patologia: lo scopo è favorire il cambiamento consapevole dei processi psicologici della persona, dai quali dipende il disagio o lo stile di vita inadeguato. I disagi psicologici sono frequentemente connotati da sintomi come ansia, depressione, disturbi psicosomatici, difficoltà relazionali, problemi alimentari, dipendenze.

 

Formazione dello Psichiatra

Lo Psichiatra è professionista laureato in Medicina e Chirurgia, specialista post lauream in Psichiatria, che interviene sulla malattia mentale diagnosticando e curando l’eventuale disfunzione o scompenso a livello organico, utilizzando, quando necessario, anche un trattamento farmacologico per ristabilire l’eventuale scompenso chimico.
Lo Psichiatra è un laureato in Medicina, specializzatosi in Psichiatria. Lo Psichiatra può esercitare la Psicoterapia se ha seguito la formazione.

 

Come lavora lo Psichiatra

Lo Psichiatra utilizza un metodo che può essere definito di diagnosi/cura. In sostanza egli focalizza la sua attenzione sul sintomo cercando di risolvere solo quello. Egli cura i disturbi psichici e le malattie mentali attraverso l’utilizzo dei metodi propri della Psichiatria, che comprendono spesso l’utilizzo di farmaci come antidepressivi, ansiolitici, neurolettici, antipsicotici.

 

Formazione del Neurologo

Il Neurologo è un medico specializzato in Neurologia, che si occupa di disturbi collegati a lesioni o deficit del sistema nervoso, del movimento, della sensibilità, dell’equilibrio, della memoria, del linguaggio, dell’invecchiamento (problemi di natura cognitiva) e del decadimento cognitivo (come ad esempio
l’Alzheimer).

 

Come lavora il Neurologo

Il Neurologo si interessa dei disturbi descritti e delle corrispondenti lesioni al cervello, basandosi sull’evidenza che le malattie neurologiche siano in stretta relazione con la sede della lesione. Collabora, inoltre, con l’equipe psicologica/psichiatrica quando emergono difficoltà psicologiche e relazionali che possono insorgere in persone con patologie del sistema nervoso (problemi di ansia e depressione, ad esempio).

 

 

Non ho ricordi della mia infanzia, posso andare da uno psicoterapeuta?

 

Per fare un lavoro di psicoterapia non è necessario ricordare dettagliatamente tutta la propria vita! Un bravo psicoterapeuta sarà in grado di fornire al proprio paziente la corretta metodologia di lavoro, guidando il paziente ad utilizzare le risorse a cui è in grado di attingere.

 

 

Che cos’è l’EMDR?

 

l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica di psicoterapia che rappresenta una nuova strada per curare i piccoli e grandi traumi: lutti, abusi divorzi, abbandoni, incidenti stradali, gravi malattie, ma anche il bullismo e la trascuratezza genitoriale, tutti eventi che, se non trattati, possono creare una lunga traccia che arriva al presente sotto forma di disturbi ansiosi o depressivi, o altri disturbi psichici.
L’EMDR è molto efficace nel modificare l’intensità e la qualità delle emozioni e delle sensazioni connesse al ricordo traumatico, in modo che esso risulti più adeguato per il soggetto.
Nella pratica l’EMDR consiste nel rievocare alcuni ricordi o immagini disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione accompagnato da stimolazioni bilaterali che facilitano l’elaborazione.