04 Giu 2014

BY: Paola Danieli

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Non è raro incontrare preadolescenti, adolescenti e giovani adulti che dormono ancora nel letto dei genitori o almeno con uno dei due.

I nostri tempi sono caratterizzati da un orientamento nuovo nella storia dei legami familiari rispetto alla cura dei figli, che si oppone ai periodi precedenti in cui le figure genitoriali si caratterizzavano per la distanza emotiva e talvolta la violenza e la tirannia esercitate sulla prole. Al contrario, le attuali relazioni genitori-figli, intrise di questo cambiamento pedagogico iniziato già nel secolo scorso, portano ad un avvicinamento relazionale ed emotivo che, se talvolta sfocia in autenticità ed intimità, altre volte degenera in confusione di ruoli ed invischiamento relazionale.

Per questo è importante riflettere sui confini di queste relazioni, che possono colludere con aspetti di fragilità di ragazzi e adolescenti, fino ad arrivare a sottrarli da qualsiasi rischio e proteggerli illimitatamente dalle paure e anche dalla possibilità di correrle.

Nei primi anni di vita può capitare che i bambini prolunghino la loro permanenza nel letto coniugale, ma intorno al quarto anno questa concessione dovrebbe diminuire fino a cessare completamente. Questo vale sia per le famiglie tradizionali, che per quelle monoparentali, che per i genitori separati, che per i separati in casa. A volte nella condizione monoparentale o di separazione la concessione di soffermarsi nel lettone presenta maggiore frequenza, sia per alleviare le reciproche solitudini di figlio e genitore, sia perché a volte la scarsa disponibilità economica è in grado di offrire solo un a stanza da letto. Nelle situazioni dei separati in casa la stanza dei ragazzi può essere utilizzata da uno dei genitori e ai figli può essere chiesto di tornare nel lettone. Anche in questi casi è importante individuare soluzioni che tutelino il più possibile la possibilità che i ragazzi dormano da soli, in uno spazio separato da quello dei genitori, anche per tutelarli da conflitti che non li riguardano e dai quali è sano preservarli.

A partire dal quarto anno di vita iniziano ad instaurarsi tutta una serie di strutture che hanno a che fare con l’autonomia, con la separazione dalle figure genitoriali e con l’elaborazione di paure e ansie che contribuiranno all’autonomia del bambino, sarebbe quindi importante che fosse guadagnata l’autonomia notturna.

In realtà, da ricerche realizzate, pare che più di un bambino su cinque passi stabilmente le notti nel lettone dei genitori, compromettendo la naturale evoluzione ed autonomia emotiva. Il bambino vorrebbe tutto per sé, tutto il tempo dei genitori, tutto il loro spazio anche fisico, tutta la loro attenzione. La frustrazione delle richieste del bambino di essere consolato nelle sue paure e la separazione dalle figure genitoriali pone dei sani confini e contiene la sua onnipotenza e il suo narcisismo.

Dare delle regole su dove si debba dormire è fondamentale per un corretto sviluppo psicoevolutivo e e quindi per la capacità di relazionarsi con gli altri e previene cattive abitudini che possono stabilizzarsi e consolidarsi nel tempo fino a protrarsi in casi estremi fino ad età…imbarazzanti.

Nella relazione pedagogica con i propri figli sono fondamentali sono fondamentali sia la dimensione maschile che quella femminile, che non hanno a che fare con distinzioni di genere, ma con codici differenti di relazione, caratterizzati dalla complementarietà. La distinzione è di natura educativa: il ruolo femminile si riferisce ad un atteggiamento legato alla funzione di attaccamento, soddisfazione dei bisogni primari e di cura primaria, mentre il ruolo maschile svolge un ruolo di regolazione, di spinta alla crescita e all’autonomia e di ricerca verso le potenzialità sociali ed evolutive.

Le conseguenze della permanenza prolungata nel lettone coniugale si possono riscontrare nella difficoltà ad apprendere il senso di frustrazione e di conseguenza alla possibilità di cogliere i propri limiti. Attraverso la sperimentazione della frustrazione e anche della paura i ragazzi possono accedere alla capacità di sostenere la fatica, la sfida, lo sforzo e l’impegno e ad arrivare a separarsi dall’esperienza familiare originaria per costruire un’intimità con qualcun altro. La difficoltà di vivere la separazione con i legami originari, che comporta anche il conflitto e l’oppositività, genera non poche conseguenze sul piano dell’identità sociale, affettiva e sessuale. Incidono sulla formazione di una identità adulta anche la a presenza di una privacy e di un confine chiaro tra l’intimità dei genitori e quella dei figli.

Far uscire i bambini dal letto dei grandi significa restituire loro il proprio spazio, in termini di regole e confini, ripristinando un codice maschile che mantiene fermamente la coerenza e che non cede allineandosi alle richieste dei ragazzi.

1 commento

  • Laura

    Dottoressa come posso aiutare mio figlio a tornare sereno nel suo letto. Mio figlio ha 9 anni e più volte sia io che mio marito abbiamo provato a convincerlo e a farlo rimanere nel suo letto ma lui ribadisce che ha paura è che vuole stare con me. Può darmi qualche consiglio grazie!

    Luglio 20, 2021 | Reply

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